Cosa
  • Abbacchio Romano
  • Aceto Balsamico di Modena
  • Acqua di fiori di arancio amaro
  • Aglio di Resia
  • Aglio di Vessalico
  • Aglio rosso di Nubia
  • Agnello d'Alpago
  • Agnello del Centro Italia
  • Agnello di Sardegna
  • Agnello di Zeri
  • Agnello sambucano
  • Agrì di Valtorta
  • Albicocca di Valleggia
  • Alici di menaica
  • Amarene Brusche di Modena
  • Anguilla marinata tradizionale delle valli di Comacchio
  • Antichi pomodori di Napoli
  • Antico orzo delle valli bellunesi
  • Ape nera sicula
  • Aprutino pescarese
  • Asiago
  • Asiago stravecchio
  • Asino ragusano
  • Asparago Bianco di Bassano
  • Asparago violetto di Albenga
  • Bagòss di Bagolino
  • Basilico Genovese
  • Bella di Garbagna
  • Biroldo della Garfagnana
  • Biscotto di Ceglie
  • Bitto
  • Bitto storico
  • Botìro di Primiero di malga
  • Bottarga di Orbetello
  • Bra
  • Bresaola della Valtellina
  • Broccolo aprilatico di Paternopoli
  • Brovada
  • Burrata di Andria
  • Burro a latte crudo dell'alto Elvo
  • Caciocavallo di Ciminà
  • Caciocavallo podolico del Gargano
  • Caciocavallo podolico della Basilicata
  • Caciocavallo Silano
  • Caciofiore della campagna romana
  • Cacioricotta del Cilento
  • Caciotta al tartufo
  • Canestrato di Castel del Monte
  • Canestrato di Moliterno
  • Cantuccini toscani
  • Capicollo azze anca grecanico
  • Capocollo di Calabria
  • Capocollo di Martina Franca
  • Cappone di Morozzo
  • Capra garganica
  • Capra girgentana
  • Carciofo di Perinaldo
  • Carciofo violetto di Castellammare
  • Carni Fresche
  • Carni lavorate
  • Carpione del Lago di Garda
  • Cartoceto
  • Casatella Trevigiana
  • Casciotta d'Urbino
  • Casizolu
  • Castagna essiccata nei tecci di Calizzano e Murialdo
  • Castelmagno
  • Cece di Cicerale
  • Cevrin di Coazze
  • Chiacchietegli di Priverno
  • Chinotto di Savona
  • Ciauscolo
  • Cicerchia
  • Cicerchia di Serra de Conti
  • Cicotto di Grutti
  • Cinta senese
  • Cipolla di Cannara
  • Cipolla di Cavasso e della Val Cosa
  • Ciuighe del Banale
  • Coglioni di mulo
  • Colatura tradizionale di alici di Cetara
  • Conciato romano
  • Coniglio da fossa di Ischia
  • Coniglio grigio di Carmagnola
  • Conio e Pigna
  • Coppa di Parma
  • Coppa piacentina
  • Coppia ferrarese
  • Corallina o salame umbro
  • Cotechino Modena
  • Crudo di Cuneo
  • Cuddrireddra di Delia
  • Culatello di Zibello
  • Dolci e panetteria
  • Fagioli di Badalucco
  • Fagioli di Casalbuono
  • Fagioli di Paganica
  • Fagiolina del lago Trasimeno
  • Fagiolo dente di morto di Acerra
  • Fagiolo di Controne
  • Fagiolo rosso scritto del Pantano di Pignola
  • Fagiolone di Vallepietra
  • Farro di Monteleone di Spoleto
  • Fatulì della Val Saviore
  • Fava cottòra dell'Amerino
  • Finocchiona
  • Fiore Sardo
  • Fiore sardo dei pastori
  • Focaccia di Recco col formaggio
  • Fontina
  • Formadi frant
  • Formaggella del Luinese
  • Formaggi
  • Formaggio di latteria turnaria
  • Formaggio di malga del Lagorai
  • Formai de Mut dell' Alta Valle Brembana blu e rosso
  • Gallina bionda piemontese e bianca di Saluzzo
  • Gallina padovana
  • Gallo nero della val di Vara
  • Gammune di Belmonte
  • Giglietti di Palestrina
  • Gorgonzola
  • Grana Padano
  • Grano solina della montagna abruzzese
  • Graukäse della Valle Aurina
  • Guanciale o barbozzo
  • Lardo di Colonnata
  • Lenticchia di Castelluccio di Norcia
  • Lenticchia di Rascino
  • Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio
  • Lonza o capocollo
  • Lonzino di fico
  • Lupino gigante di Vairano
  • Macagn
  • Maiorchino
  • Mallegato
  • Mariola
  • Marocca di Casola
  • Marzolina
  • Mazzafegato dell'alta valle del Tevere
  • Mele rosa dei Monti Sibillini
  • Miele della Lunigiana
  • Miele delle Dolomiti Bellunesi
  • Missoltino del lago di Como essiccato al sole
  • Montasio
  • Monte Veronese
  • Monte Veronese di malga
  • Montèbore
  • Morlacco del Grappa di malga
  • Mortadella Bologna
  • Mortadella classica
  • Mortadella di Campotosto
  • Mortadella di Prato
  • Mosciolo selvatico di Portonovo
  • Mozzarella
  • Mozzarella di Bufala Campana
  • Murazzano
  • Mustardela delle valli valdesi
  • Nostrano Valtrompia
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  • Oli
  • Oliva caiazzana da mensa
  • Oliva infornata di Ferrandina
  • Oliva salella ammaccata del Cilento
  • Ortofrutticoli e cereali
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  • Pallone di Gravina
  • Pampapato di Ferrara
  • Pan di sorc
  • Pancetta di Calabria
  • Pane casareccio di Genzano
  • Pane di Altamura
  • Pane di patate della Garfagnana
  • Pane di Strettura
  • Pane nero di Castelvetrano
  • Pane toscano
  • Pane tradizionale dell'alta Murgia
  • Panforte di Siena
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  • Papaccella napoletana
  • Parmigiano Reggiano
  • Pasta
  • Pasta di Gragnano
  • Paste di meliga del Monregalese
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  • Patata turchesa
  • Pecora altamurana
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  • Pecorino di Norcia
  • Pecorino di Osilo
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  • Pera cocomerina
  • Pera signora della valle del Sinni
  • Pesca artigianale del golfo di Noli
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  • Silter
  • Soppressa Vicentina
  • Soppressata di Calabria
  • Soppressata di Gioi
  • Sospiro di Bisceglie
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  • Spezie e Aceti
  • Spressa delle Giudicarie
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  • Stelvio o Stilfser
  • Stortina veronese
  • Stracchino all'antica delle valli orobiche
  • Strachitunt
  • Suino nero dei Nebrodi
  • Susianella di Viterbo
  • Taleggio
  • Tarese Valdarno
  • Tartufo
  • Tellina del litorale romano
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  • Ur-Paarl della Val Venosta
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  • Valle d' Aosta Fromadzo
  • Valle d' Aosta Jambon de Bosses
  • Valle d' Aosta Lard d' Arnad
  • Valtellina Casera
  • Vastedda della valle del Belice
  • Vezzena
  • Violino di capra della Valchiavenna
  • Vitellone bianco dell'Appennino centrale
  • Zafferano dell' Aquila
  • Zafferano di Cascia
  • Zafferano di San Gavino Monreale
  • Zafferano di San Gimignano
  • Zafferano di Sardegna
  • Zafferano di Spoleto
  • Zampone Modena
Dove?

Riso del Delta del Po

Storia e curiosità

Pochi decenni dopo la diffusione del riso nella pianura Padana (1450) compaiono le prime documentazioni sulla presenza di coltivazioni in Polesine, in particolare nel territorio del Delta del Po poiché questa coltura era strettamente legata alla bonifica e rappresentava il primo stadio di valorizzazione agraria dei nuovi terreni. La natura dei terreni prosciugati divenne elemento determinante per la destinazione colturale degli stessi. La coltivazione del riso diveniva perciò importante nelle zone del delta del Po per accelerare il processo di utilizzazione dei terreni salsi da destinare poi alla rotazione colturale, come viene testimoniato da una legge della Repubblica veneta del 1594 che proibisce la concessione dell’acqua a questa coltura e dà la possibilità di coltivare il riso solo “per valli ed altri luoghi sottoposti alle acque, stimati impossibili di asciugarli in tutto e di rendersi ad alcuna cultura”. Dopo il 1598, fine del periodo Estense, in provincia di Ferrara, la coltivazione del riso si diffuse su terreni bassi e paludosi, dove si procedeva con un tipo di bonifica per colmata, e non per prosciugamento. La bonifica per colmata infatti risolveva al contrario del prosciugamento, il problema dell’utilizzazione dei terreni bassi e paludosi, senza alcun rischio di abbassamento dei terreni. La Repubblica Veneta tra il 1660 e il 1604 attuò il Taglio di Porto Viro che deviò verso sud, nella Sacca di Goro, la foce del Po Grande definendo con quest’opera idraulica la conformazione dell’attuale territorio del Delta del Po. Verso la fine del 700 alcuni patrizi veneziani: Diedo, Contarini, Farsetti, Valier e Venier, proprietari di immense tenute bonificate e non, nel Delta del Po, iniziarono con metodi sistematici agrari la coltura del riso nei territori appena bonificati, ma saranno soprattutto nell’800 i nuovi proprietari borghesi, alcuni di questi di origine ebraica, come i Lattis, i Piavenna ed i Sullam che allargheranno su vasta scala questa coltura.

 

 

Caratteristiche

L’indicazione “Riso del Delta del Po” designa esclusivamente il frutto del riso appartenente al tipo “Japonica”, Gruppo Superfino nelle varietà Carnaroli, Volano, Baldo e Arborio. Il “Riso del Delta del Po” presenta un chicco grande, cristallino, compatto, con un elevato tenore proteico e può essere bianco o integrale. La grande capacità di assorbimento, la poca perdita di amido e buona resistenza durante la cottura, sommate alle caratteristiche organolettiche, quali aroma e sapidità particolari, lo fanno preferire per esaltare i risotti più pregiati. Le peculiarità del “Riso del Delta del Po”» sono legate all’elevato tenore proteico, alla grandezza del chicco, alla elevata capacità di assorbimento, alla bassa perdita di amido e alla sua elevata qualità che determinano una buona resistenza durante la cottura. Esso inoltre, presenta una particolare sapidità ed aroma che permette di distinguerlo da quello prodotto in zone non salmastre.

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