Storia e curiosità
La tecnica di forzatura necessaria per ottenere il prodotto finale, ovvero immergere i cespi per un periodo di tempo di 20 giorno in acqua sorgiva, è stata utilizzata per la prima volta alla metà del XVI secolo. I semi del Radicchio Rosso di Treviso e del Variegato di Castelfranco sono andati anche in orbita sullo Shuttle nella missione STS-95 del 1998, nell’ambito del progetto Sem della Nasa, mirato alla sperimentazione sugli effetti della microgravità.
Caratteristiche
Le colture destinate alla produzione della I.G.P. “Radicchio variegato di Castelfranco” devono essere costituite da piante della famiglia delle composite, genere cichorium, varietà silvestre, che comprende il tipo variegato. All’atto dell’immissione al consumo il radicchio contraddistinto dall’I.G.P. “Radicchio variegato di Castelfranco” deve avere il cespo bello di forma e splendido di colori e con un diametro minimo di 15 cm; partendo dalla base del cespo si ha un giro di foglie piatte, un secondo giro di foglie un po’ più sollevato, un terzo giro ancora più inclinato e così via fino ad arrivare al cuore; lunghezza massima del fittone 4 cm, di diametro proporzionale alle dimensioni del ceppo stesso; foglie spesse il più possibile, con bordo frastagliato, con superficie del lembo ondulata, di forma rotondeggiante. Il colore delle foglie deve essere bianco-crema con variegature distribuite in modo equilibrato su tutta la pagina fogliare di tinte diverse da viola chiaro al rosso violaceo e al rosso vivo. Il sapore delle foglie deve andare dal dolce al gradevolmente amarognolo molto delicato.
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