

Storia e curiosità
Esistono riscontri su riviste specialistiche, fotografie, racconti di autori locali e testimonianze cinematografiche che provano la presenza della patata dell’Alto Viterbese sin dagli inizi del ‘900.
In una fase iniziale tuttavia il tubero era legato al nome della città di Grotte di Castro; è a partire dalla metà degli anni ’60 che anche gli agricoltori dei Comuni limitrofi, forti degli ottimi risultati ottenuti dai grottani, ne seguono l’esempio.
Oggi la conoscenza del prodotto viene incentivata da numerose sagre: dalla Sagra degli Gnocchi, inaugurata nel 1977 a S. Lorenzo Nuovo, alla Sagra della Patata che dal 1985 ha luogo nel Comune di Grotte di Castro coinvolgendo intensamente la popolazione locale nell’allestimento delle manifestazioni.
Caratteristiche
Con “Patata dell’Alto Viterbese” si individuano tuberi della specie Solanum tuberosum ottenuti da varietà Monalisa, Ambra, Agata, Vivaldi, Finka, Marabel, Universa, Chopin, Arizona e Agria.
Sono tuberi di forma ovale, grandezza media, buccia gialla e liscia e pasta gialla.
La “Patata dell’Alto Viterbese” IGP viene coltivata nell’alto Lazio, in provincia di Viterbo, tra il lago di Bolsena, l’Umbria e la Toscana.
La zona è caratterizzata da terreni di origine vulcanica ricchi di potassio e da un microclima influenzato dalla vicinanza dell’esteso Lago di Bolsena.
I comuni dell’areale IGP ricadenti nella provincia di Viterbo, sono: Acquapendente, Bolsena, Gradoli, Grotte di Castro, Latera, Onano, S. Lorenzo Nuovo, Valentano e Proceno

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