Storia e curiosità
Il “Marrone di Caprese Michelangelo” rappresenta la denominazione storica che si identifica con una coltura tipica del territorio documentata da fonti storiche risalenti al XII secolo, quali: rogiti notarili relativi a compra-vendita e trasmissioni ereditarie di castagneti, specifiche norme contenute negli “Statuti di Caprese del 1386”, dall’esistenza di monumentali esemplari di castagno innestato con età stimabile oltre i 500-600 anni. I castagneti “capresani” coprono tutto il versante dell’Alpe di Catenaia in modo uniforme. La comunità locale è stata di generazione in generazione continuatrice di un fenomeno di “popolamento forestale” iniziato nei secoli IX e X, durante il dominio degli Arimanni, ai quali erano state assegnate in godimento terre di interesse strategico. Da allora inizia il lungo processo di trasformazione che ha modificato il castagneto selvatico in castagneto domestico con l’introduzione dell’innesto.
Caratteristiche
Per la produzione del “Marrone di Caprese Michelangelo” DOP vengono utilizzati i frutti dell’ecotipo locale “Marrone di Caprese Michelangelo” riconducibile alla varietà “Marrone”, da utilizzarsi per il consumo fresco e secco. Le caratteristiche carpologiche al consumo della castagna fresca sono le seguenti: i frutti hanno una buccia di colore avana con striature marroni, più o meno intense; la forma è tendenzialmente ellittico-arrotondata o, nel frutto centrale, tendenzialmente quadrangolare; la polpa è di colore bianco avorio poco incisa dall’episperma (pellicina sottile che la riveste), caratterizzata da lievi note profumate di mandorla e vaniglia.
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