Storia e curiosità
La coltivazione dei castagneti può farsi risalire ad epoca Romana, ma è dal Medioevo in poi che si hanno documenti e notizie certe sulla diffusione e importanza che la coltura ha assunto, con particolare riferimento al marrone. Tra i tanti castagneti merita di essere ricordato il “castagneretus de Templeriis”, appartenente all’ordine dei Templari, in località Boarda situata nel comune di San Giorio, ove, ancora oggi, appaiono esservi le più antiche ceppaie di marroni della Valle. L’estendersi delle reti ferroviarie fu determinante per lo sviluppo dei commerci e la prima vera esportazione dall’Italia in quantità rilevante di marroni, iniziò nel 1854.
Caratteristiche
La denominazione “Marrone della Valle di Susa” è riservata ai frutto ottenuto dagli ecotipi: Marrone di San Giorio di Susa, Marrone di Meana di Susa, Marrone di Sant’Antonino di Susa, Marrone di Bruzolo e Marrone di Villar Focchiardo. Deve, possedere, le seguenti caratteristiche: il numero dei frutti per riccio non superiore a tre; la pezzatura è medio- grossa; con una faccia laterale tendenzialmente piatta, l’altra marcatamente convessa; il pericarpo di colore marrone – avana con tendenza al rossiccio, sottile, con striature fitte rilevate e di colore più scuro, in numero variabile 25-30, (facilmente distaccabile dall’episperma); l’episperma è di colore nocciola camosciato, poco invaginato e che si separa facilmente dal seme; Il seme, uno per frutto, presenta polpa bianca o bianco-crema, croccante e di gradevole sapore dolce con superficie quasi priva di solcature.
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