Storia e curiosità
Lo storico Denis Mack Smith in History of Sicily – Medieval Sicily 800-1713: «alla fine del sedicesimo secolo in Sicilia, gli spagnoli introdussero alcune nuove e importanti piante come il pomodoro dal Perù, mais e tabacco dal Messico. Quello più comunemente usato era il ficodindia proveniente dall’America Tropicale (Indie occidentali, secondo C. Colombo). I fichidindia (Indian fig. – prickly pear cactus) trasformeranno le campagne della Sicilia, capaci di sopportare lunghe siccità e di propagarsi facilmente nelle spaccature
delle rocce, infatti venivano di proposito piantati per frantumare la lava nei fertili pendii del monte Etna. Questa ammirevole pianta a siepi con i suoi frutti ha contribuito alla dieta di ricchi e di poveri nella vita quotidiana dei siciliani».
Caratteristiche
Pianta appartenente alla famiglia delle Cactacee «Opuntia ficus-indica». Le cultivar del Ficodindia dell’Etna sono: Gialla detta anche «Sulfarina» o «Nostrale», Rossa detta anche «Sanguigna», Bianca detta anche «Muscaredda» o «Sciannarina». È ammessa una percentuale non superiore al 5% di altri ecotipi. Varianti di pregio sono considerate le selezioni «Trunzara» o «Pannittera», delle cultivar Bianca, Rossa e Gialla. È una pianta a crescita molto rapida che può raggiungere i 3-5 m. di altezza, le cui radici sono generate dalle foglie carnose (le pale) che si sovrappongono, dando vita alla caratteristica forma di albero senza tronco e senza rami che la contraddistingue. I fiori del ficodindia sono ricchi di petali di colore giallo intenso, mentre i frutti dalla forma ovoidale si formano in cima alle foglie e sono ricoperti di spine. Il frutto ha un colore variabile dal giallo al rosso all’arancio. La polpa è succosa e contiene numerosissimi semi legnosi.
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