Storia e curiosità
La coltivazione del fico è stata probabilmente introdotta al tempo della Magna Grecia, ed è documentata nella provincia di Cosenza fin dal ‘500 (v. “Descrittione di tutta Italia” di Leandro Alberti). Informazioni più dettagliate sulla sua produzione, essiccazione e commercializzazione si rinvengono in alcune relazioni e note economiche redatte nel 700 e nell’800. Particolarmente interessante al riguardo è la “Statistica murattiana” del 1812, dalla quale apprendiamo come i “Fichi di Cosenza” fossero già allora oggetto di esportazione fuori dal Regno.
Caratteristiche
La denominazione “Fichi di Cosenza” designa esclusivamente i frutti essiccati di fico domestico “Ficus carica sativa” (domestica L.), appartenenti alla varietà “Dottato” (o “Ottato”), che allo stato fresco si presentano di forma ovoidale, tendente al globoso, l’ostiolo è per lo più semiaperto, circondato da anello verde che con la maturazione tende sempre più al marrone. La buccia inizialmente verde paglierino, diventa giallo verdastra. Il ricettacolo, di colore ambrato, contiene polpa ambrata, mediamente soda, leggermente aromatica, non molto succosa; il succo è poco denso, tuttavia, a maturazione, fuoriesce talvolta dall’ostiolo, a goccia (“piange”). Il sapore è dolce mielato. Gliacheni, piccoli e vuoti, sono relativamente poco numerosi. I fichi essiccati naturalmente presentano le seguenti caratteristiche: a seconda della pezzatura i fichi sono selezionati in grandi (55 – 65 frutti in 1 kg); medi( 66 – 85 frutti in 1 kg); piccoli (oltre 85 frutti in 1 kg). La forma è a goccia allungata, talvolta leggermente appiattita all’apice. Il peduncolo è presente sempre, corto e sottile. Il colore della buccia è chiara, dorata da colore giallo paglierino carico a beige chiaro, talvolta con limitata estensione di parti più scure.
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