Storia e curiosità
L’importanza che il castagno è testimoniata da diverse fonti storico documentali, come disposizioni sulla raccolta ed esportazione dei frutti del castagno, risalenti addirittura al 1360, leggi sulla tutela dei castagneti già a partire dal 1489, nonchè dalla presenza di numerose strutture usate per la lavorazione e macinatura delle castagne disseminate in tutta la Garfagnana. Queste costruzioni (mulini e metati) hanno caratteristiche architettoniche e strutturali particolari tanto che, sia nel disciplinare che nei regolamenti edilizi comunali, esistono vincoli affinché possano essere preservati, come espressione della cultura locale e manifestazione del legame con l’ambiente. Il termine “neccio” nella zona di origine significa “castagno” ed ha origini molto antiche: la coltivazione ha inizio intorno all’anno mille, a seguito del boom demografico che comportò la messa a coltura di vaste aree incolte, da cui l’affermarsi del castagno come “l’albero del pane”.
Caratteristiche
La Farina di Neccio della Garfagnana è prodotta con metodi e tecnologie tradizionali utilizzando le varietà di castagne: Carpinese, Pontecosi, Mazzangaia, Pelorosa, Rossola, Verdola, Nerona, Capannaccia. La farina di Neccio della Garfagnana presenta un colore che va dal bianco all’avorio scuro e una granulometria fine, sia al tatto che al palato. Il sapore è dolce, con leggero retrogusto amarognolo e il profumo è quello tipico delle castagne.
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