Storia e curiosità
Tante sono le testimonianze che attestano come questa leguminosa sia entrata a far parte della società locale. Nel 1811 il Demarco definisce il “Fagiolo Cannellino di Atina” di ottima qualità, così come Cirelli nel “Il Regno delle due Sicilie” (Vol.III 1855/60) fornisce dati statistici molto significativi sulla produzione agricola del 1853, e fra questi menziona la produzione del “Fagiolo Cannellino di Atina” dell’Agro di Atina. Era molto diffuso nei poderi Visocchi e tra i contadini di cui è stato sempre l’alimento principe che lo cucinavano nella caratteristica “pignata” condendolo con un filo di olio di oliva; in passato rappresentava il pasto unico a mezzogiorno.
Caratteristiche
È ottenuto dalla coltivazione della pianta di Phaseulus vulgaris L, ecotipo locale “Cannellino di Atina”. Il Fagiolo Cannellino di Atina ha una forma reniforme, leggermente ellittico e schiacciato; il colore è bianco opaco. Ha un epicarpo tenero e deliquescente al palato dopo la cottura. Il “Fagiolo Cannellino di Atina”, a differenza degli altri fagioli, non necessita di essere messo a bagno prima della cottura.
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