

Storia e curiosità
Il terreno dell’isola di Pantelleria è di origine vulcanica, estremamente arido per le scarse piogge e come tale è l’ambiente ideale per la coltivazione del cappero, che costituisce una fonte di reddito di notevole importanza. Il cappero è conosciuto sin dai tempi dei Greci e dei Latini non solo per il suo impiego gastronomico, ma anche per le sue proprietà benefiche per l’organismo. La convinzione delle sue virtù afrodisiache è una credenza diffusa nell’antichità, il cui primo accenno viene fatto nella bibbia, nell’Ecclesiaste XII, 5.
Caratteristiche
I cappereti destinati alla produzione del “Cappero di Pantelleria” debbono essere costituiti dalla specie “capparis spinosa” varietà “inermis” cultivar nocellara. Il cappero è un arbusto tipico della flora mediterranea, alto 30-50 centimetri, con tronco legnoso, rami parzialmente penduli e striscianti sul suolo, foglie ovali verde scuro e carnose e fiori molto appariscenti di colore bianco e rosa con delicati riflessi violacei. I capperi utilizzati per uso alimentare sono i bottoni fiorali della pianta, non ancora aperti, di forma tondeggiante e colore verde scuro tendente al senape e di diametro dai 6 ai 14 millimetri. Il Cappero di Pantelleria ha una forma globosa, subsferica, raramente oblunga o conica; ha un colore verde tendente al senape; ha una sapore aromatico salato caratteristico dei capperi di Pantelleria al sale marino.
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