
La Leucolea è uno dei numerosi prodotti della tradizione italiana che rischiano di essere dimenticati.
Questo prodotto, per la straordinaria importanza che riveste nell’ambito della nostra tradizione alimentare, è oggetto della meritoria e fondamentale opera della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, che ha sviluppato un programma di tutela e salvaguardia (“Presìdi Slow Food” marchio registrato dalla Fondazione Slow Food) mirato a non disperdere queste straordinarie produzioni.
Il contributo di FOOD KM ZERO è quello di dare, attraverso queste pagine, ulteriore visibilità alle produzioni, oltre che accogliere segnalazioni, suggerimenti, aneddoti e qualsiasi altra informazione che contribuisca ad accrescere la conoscenza di queste ulteriori prove di straordinarietà del nostro Paese. Se ne hai, scrivi a info@foodkmzero.it.
Per conoscere il prodotto, consulta il sito fondazioneslowfood.com.
Storia
L’ulivo, l’albero-simbolo della Calabria, non smette mai di stupirci. E’ recente la scoperta della presenza nella regione, precisamente nelle province di Cosenza e Reggio Calabria, della rarissima specie «leucolea», bianca oliva, che dà olive assolutamente candide.
La presenza della leucolea qualche anno fa è stata riscontrata nelle vicinanze di poderi che appartenevano un tempo a monasteri basiliani, particolarmente diffusi in Calabria tra il VII e il X secolo d. C.
I quattro esemplari ritrovati, grazie ad illuminati olivicoltori e agronomi, sono stati quindi salvati e riprodotti con nuovi innesti, riportando a nuova vita questa bellissima e antica specie. Le ricerche sono ancora in corso ma gli alberelli di leucolea si trovano in alcuni vivai.
Come riportano le fonti storiche, i monaci basiliani all’epoca diedero un forte impulso ad alcune coltivazioni e probabilmente curavano questi ulivi per utilizzarli nelle loro attività.
Caratteristiche
Il chiarissimo olio della leucolea, infatti, veniva chiamato anche «olio del crisma» ed era utilizzato nelle funzioni religiose per ungere i sacerdoti e le alte cariche imperiali bizantine, nelle cerimonie per l’incoronazione degli imperatori, e soprattutto come olio sacro nelle funzioni religiose come il battesimo, la cresima e la unzione dei malati.
Inoltre, il prezioso olio della leucolea se bruciato produce pochissimo fumo e perciò veniva utilizzato anche per alimentare le lampade nei luoghi sacri.
I monaci basiliani, del resto, non fecero altro che perpetuare in Calabria la cultura e la sacralità dell’ulivo che da sempre, tra storia e leggenda, accompagna i popoli del Mediterraneo.

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