Storia e curiosità
I primi accenni dell’esistenza di questo formaggio si hanno in un contratto d’affitto della fine del 1400 rinvenuto nell’archivio comunale di Pamparato, in cui il signorotto locale pretendeva dai pastori che “menano le loro mucche a pascolar l’erba del prato Raschera ” per il pagamento dell’affitto, alcune forme
di “quel buon formaggio che lassù si fa”. Una curiosa iniziativa di alcuni personaggi di Fabrosa Soprana (cuore della produzione estiva di Raschera) fu la costituzione della “Confraternita della Raschera e del Brus” (altro tipico prodotto), i cui “Cavalieri” avevano ed hanno il compito di “propagandare, far conoscere e sostenere” la produzione, il consumo, la conoscenza e la vendita “della Raschera”.
Caratteristiche
Formaggio semigrasso, pressato, prodotto con latte vaccino, eventualmente addizionato con piccole quantità di latte ovino o caprino. Si presenta in due forme: rotonda con facce piane del diametro di 30 – 40 cm con scalzo leggermente convesso di 6 – 9 cm con peso da 5 a 8 Kg e quadrangolare con facce piane con lunghezza di ciascun lato da 28 a 40 cm e scalzo irregolare di 7 -15 cm con peso da 6 ai 9 Kg. Crosta non edibile, sottile grigio rossastra a volte con riflessi giallognoli, elastica, liscia e regolare con eventuali fioriture rossastre, accentuate con la stagionatura. La pasta è bianco o bianco avorio, piuttosto consistente, elastica con piccole occhiature sparse ed irregolari. Il sapore, fine, delicato, tipicamente profumato e moderatamente piccante e sapido se stagionato.
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