Storia e curiosità
I cenni e le descrizioni arrivate a noi si riferiscono al formaggio denominato Pecorino Fiore Sardo. Tale nome con molta probabilità è dovuto al fatto che, per la sua fabbricazione, si usassero delle forme “pischeddas” di legno di castagno forate o anche di quercia o di pero selvatico, sul cui fondo era scolpito un fiore, forse il giglio o l’asfodelo, che lasciava sul formaggio un vero e proprio marchio.
Caratteristiche
Formaggio a pasta dura cruda, prodotto esclusivamente con latte intero di pecora, fresco. È usato da tavola quando non supera i tre mesi di stagionatura, o da grattugia se la stagionatura ha superato i sei mesi. La forma ha un peso che varia da 1,5 a 4 kg; nel prodotto più giovane la pasta si presenta compatta, friabile, morbida con rare occhiature e di colore bianchissimo; se più stagionato perde in morbidezza ma senza mai diventare gessato e la struttura diventa più compatta e facilmente scagliabile. La crosta va dal giallo carico a marrone scuro; la pasta va invece dal bianco al giallo paglierino. Ha un sapore più o meno piccante a seconda dello stadio della maturazione. Il gusto del Fiore Sardo più giovane presenta sentori di frutta secca e fragranti aromi di piante officinali; mentre da stagionato tende al piccante con decisa saporosità, ma senza eccessiva sapidità.
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