

Storia e curiosità
Il nome “Bitto” si farebbe derivare dal termine celtico “bitu”, ossia “perenne”. Probabilmente i Celti attribuirono questo nome al Bitto in quanto la lavorazione del latte consentiva di produrre un alimento da utilizzare come scorta alimentare.
Secondo alcuni storici, l’allevamento del bestiame nelle valli alpine fu avviato dai Celti che, cacciati dai Romani dalla pianura Padana, si spostarono verso le Alpi, dove grazie ai fertili pascoli naturali si dedicarono alla pastorizia ed alla produzione di latte. In queste aree i primi mandriani dovettero necessariamente escogitare un sistema che consentisse loro di conservare nel tempo e di trasferire il latte, il principale prodotto. La soluzione più logica fu quella di trasformarlo in formaggio.
Caratteristiche
È un formaggio da tavola a pasta semidura prodotto con latte intero di vacca con eventuale aggiunta di latte caprino (non superiore al 10%). Ha forma cilindrica regolare. La crosta è compatta e di colore giallo paglierino che diventa più intenso con la stagionatura; la pasta ha una struttura compatta, con presenza di occhiatura rada ad occhio di pernice; al taglio il colore si presenta variabile dal bianco al giallo paglierino a seconda della stagionatura. Il sapore è dolce e delicato più intenso con il procedere della maturazione. L’eventuale aggiunta di latte caprino rende più intenso il caratteristico. La stagionatura può protrarsi anche per diversi anni, senza alterare le caratteristiche organolettiche e strutturali del formaggio.
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