

Storia e curiosità
Il rito della panificazione casalinga iniziava dopo cena. Si preparava prima il lievito, lavorando la pasta madre, preparata con un impasto di sola acqua e farina, fermentato naturalmente. Il tutto veniva riposto nella spartùra, la madia, dove nel corso della notte si completava il processo di lievitazione. Ogni volta veniva tenuto da parte un pezzo dell’impasto per la lievitazione della notte successiva. Verso le 3 del mattino le donne preparavano i blocchi di pasta, passandoli per la gramadora, una primitiva macchina di legno che accoppava l’impasto. Poi tutti si impegnavano nella preparazione del pane, dandogli la tradizionale forma della coppia (la ciupèta), due doppie corna unite in un cuore dalla mollica morbida e compatta, o sbizzarrendosi in tante altre forme suggestive come la ricciolina (rizzata), la spaccata, la lustra, la santada o l’ucarina, molte delle quali sono oggi dimenticate.
Caratteristiche
L’indicazione geografica protetta «Coppia ferrarese» e’ riservata al pane confezionato con farina di grano tenero di tipo «0», acqua, strutto di puro suino, olio extravergine di oliva, lievito naturale, sale alimentare, malto, o come tale o sottoforma di estrattoLa Coppia Ferrarese è formata da due pezzi di pasta legati assieme a forma di nastro nel corpo centrale, ciascuno con le estremità ritorte in modo da formare un ventaglio di quattro corna, le cui estremità sono dette crostini. Ogni forma ha un peso tra gli 80 e i 250 grammi, un colore dorato con venature quasi bionde e un odore penetrante e appetitoso. È un pane croccante e con poca mollica.
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