Storia e curiosità
La presenza di castagneti coltivati in Campania risale all’epoca dei Romani. In provincia di Salerno, in particolare, questa presenza viene documentata a partire dall’epoca medievale grazie ad antichi contratti tra coloni e proprietari – conservati nell’archivio della Badia Benedettina di Cava de’ Tirreni, il famoso “Codex diplomaticus cavensis” – con i quali si stabiliscono le norme per i miglioramenti fondiari. I castagneti di Roccadaspide posseduti dall’Abbadia erano così importanti che vi era sul posto un apposito amministratore chiamato Giuliani. Anche i monaci Basiliani contribuirono alla diffusione della coltivazione del castagno in alcune aree del Cilento: ritrovamenti archeologici in agro di Moio della Civitella e Gioi Cilento (convento dei monaci Basiliani) e la presenza di una pianta di castagno stimata intorno a 7-800 anni, costituiscono una testimonianza dell’importanza che il castagno ha assunto in questa zona fin dai secoli passati.
Caratteristiche
Il Marrone di Roccadaspide, designa il frutto ottenuto dagli ecotipi Anserta, Abate e Castagna Rossa riconducibili alla varietà “Marrone”, per alcuni esperti riconducibile alla varietà proveniente dalla cultivar Santimango (Marrone di Avellino). Il prodotto presenta una forma tendenzialmente semisferica, talvolta leggermente ellissoidale; il pericarpo castano bruno, tendenzialmente rossastro, con striature scure generalmente poco evidenti; l’episperma sottile, poco approfondito nel seme, tendenzialmente aderente e il seme bianco latteo. All’assaggio il prodotto risulta consistente, con una texture croccante e poco farinosa. Si caratterizza inoltre per uno spiccato sapore dolce dovuto ad un elevato contenuto di zuccheri.
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