Storia e curiosità
La coltivazione dei castagneti da frutto nella zona del Mugello si può far risalire all’epoca romana ma è dal Medioevo che si hanno i primi numerosi documenti e notizie certe sulla diffusione e importanza della coltura, con particolare riferimento ai marroni, tanto da essere citati nei registri commerciali e catastali fiorentini. I secolari castagneti da frutto della zona hanno continuato, fino alla fine degli anni ’50, a costituire un’importante e insostituibile fonte alimentare e di reddito per le popolazioni locali, tanto da far meritare al castagno l’appellativo di “albero del pane”.
Tuttavia, nel corso del ‘900, due gravi malattie (il “mal dell’inchiostro” ed il “cancro corticale”) hanno pesantemente colpito i castagneti, così come lo spopolamento della montagna e il cambiamento delle abitudini alimentari hanno ridotto le superfici investite a castagneto, ma dagli anni ’80 si sta assistendo ad una ripresa del settore.
Caratteristiche
Il “Marrone del Mugello” deriva da una serie di ecotipi correntemente indicati col nome della località e/o Comune di provenienza ma tutti riconducibili alla varietà Marrone Fiorentino che viene propagato per via agamica da molti secoli. I frutti hanno le seguenti caratteristiche in comune: il numero dei frutti per riccio non superiori a tre; una pezzatura medio-grossa; una forma prevalentemente ellissoidale e un apice poco pronunciato; di norma ha una faccia laterale tendenzialmente piatta e l’altra marcatamente convessa; la base è rettangolare, generalmente piatta e di colore più chiaro della buccia; quest’ultima è molto sottile, di colore bruno rossiccio con striature in senso meridiano rilevate e più scure in numero variabile da 25 a 30, facilmente staccabile; il seme, di norma uno per frutto, si presenta di polpa bianca, croccante e di gradevole sapore dolce con superficie quasi priva di solcature; molto limitati i frutti con seme diviso.
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