Storia e curiosità
La “Rivista Geografica Italiana”, in un articolo del 1980 (n° 87), riportava che la coltura del castagno nel comune di Vallerano, esisteva già nell’anno 1500. Nel 1584 il principe Farnese autorizzò l’esportazione delle castagne ai paesi vicini solo verso quelli che potevano fornire in contro partita cereali. In quest’area i castagneti sono preesistenti alle altre colture arboree e da sempre il clima e la natura del terreno regalano una buona fertilità. Quest’ultimo, infatti, denota la presenza di substrati tufacei di origine vulcanica ricchi in sostanza organica. In passato le grotte nel tufo erano utilizzate per la cura e la conservazione delle castagne che successivamente venivano essiccate nel «radiccio».
Caratteristiche
La denominazione d’origine protetta «Castagna di Vallerano» è riservata ai frutti provenienti dall’ecotipo locale di «Castanea Sativa Miller». Il prodotto ha una forma prevalentemente ellissoidale a volte globosa, con apice appuntito terminante con residui stilari (torcia); cicatrice ilare di forma quadrangolare, generalmente piatta, di ampiezza tale da non interessare la facce laterali del frutto. L’epicarpo è sottile, di colore bruno-rossiccio, con striature in senso meridiano, rilevate e più scure, in numero variabile da 25 a 30. L’episperma color camoscio generalmente non è inserito nei solchi principali del seme. La polpa è bianca, croccante, e si distingue per il gradevole sapore dolce e delicato. Nel periodo autunnale il prodotto è reperibile fresco, mentre essiccato è reperibile tutto l’anno.
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