Storia e curiosità
Della parola “Brovada” esistono in Friuli Venezia Giulia alcune varianti locali quali: broada, broade, brovade, bruade, sbrovada, sbrovade, tutte verosimilmente originate dalla base longobarda breowan, cioè bollire. Termini simili derivanti da tale verbo si ritrovano in parlate dialettali di altre parti d’Italia ma, solo nell’area delimitata essi sono usati come sostantivo per individuare questo alimento ottenuto dalle rape. Questa particolarità linguistica conferma che, anche se la rapa è diffusa in un area produttiva ben più vasta, la fermentazione con la vinaccia, la preparazione con la grattugia e il suo uso in numerose e popolari ricette è oggi esclusivo di questa zona compresa nel territorio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Caratteristiche
Il prodotto è ottenuto attraverso lamacerazione, la fermentazione e il fettucciamento dell’ecotipo locale di rapa bianca dal colletto viola (Brassica rapa L. var. rapa Hart ) “rapa da brovada” le cui caratteristiche alla maturazione sono la radice a forma di cilindro o tronco conica, una polpa soda e succosa di colore bianco e un’epidermide con una colorazione rosso-violacea a partire dal colletto e fino a 2/3 della lunghezza complessiva, la parte restante è bianca. Le rape vengono lasciate a fermentare a contatto con vinacce, preferibilmente di uva nera, per circa un mese, dopodiché vengono estratte, sbucciate e tagliate. Il prodotto viene immesso al consumo grattugiato a fettucce la cui consistenza è croccante ed elastica, di colore bianco crema, tendente al rosa o al rosato o al rosso in una scala di colori legata alle caratteristiche della vinaccia utilizzata.
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